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Scotti, Tino.

Attore italiano. Iniziò giovanissimo a lavorare nel teatro di varietà e rivista, affermandosi presto per le sue eccellenti doti di macchiettista. Dotato di una comicità istintiva e piacevole che seppe sfruttare con successo soprattutto nei suoi monologhi di genere spesso paradossale o, addirittura, surrealistico, fece parte di importanti compagnie di rivista e apparve sovente anche in televisione. Debuttò nel cinema negli anni della seconda guerra mondiale; molti furono i film costruiti sulla misura del suo caratteristico personaggio, come nel caso di È arrivato il cavaliere di Steno e M. Monicelli (1950). Nel 1946 girò Biraghin; nel 1952 ebbe una parte importante ne La famiglia Passaguai, di A. Fabrizi. Degni di nota anche Milano miliardaria (1951), di M. Marchesi e V. Metz, e Ridere, ridere, ridere (1955). Dopo occasionali ritorni alla rivista, ottenne un grosso successo professionale al Piccolo Teatro con Le baruffe chiozzotte di C. Goldoni, diretto da G. Strehler. Conquistata una solida posizione come attore di prestigio, lavorò con B. Bertolucci ne La strategia del ragno (1970) e con F. Fellini ne I clowns (1970) (Milano 1905 - Tarquinia, Viterbo 1984).